Non è al pianterreno la sala delle poltrone, sta solo un piano un po’ più in alto.
Dentro angeli in bianco piantano aghi nel rosa della carne. Fuori tubi di metallo sputano dai tetti acqua sulla terra portandole la vita. Dentro tubi di plastica gocciolano “qualcosa” nelle vene provando ad aggiungere alla vita un po’ di tempo.
È grande la sala delle poltrone ma chi ti ama non può starci. Chi ti ama sta fuori e aspetta.
Chi sta fuori non capisce, non può capire. Qualcuno ci prova ma è difficile guardare in faccia la paura che avvolge chi è seduto su quella comoda poltrona.
Paura che è poi la stessa che attanaglia chi sta fuori e che sta in piedi.
Quante parole non dette, dette male o dette a metà, partono e arrivano soltanto oggi, ma non sono in ritardo. A volte mi sembra, soprattutto di notte e mentre scrivo, che ci sia qualcuno fuori che si aggira silenzioso davanti alle finestre, che cerca di entrare, di farsi sentire, anche in quelle notti senza vento sento spifferi e fruscii. Lo so che non può esserci nessuno, ma mi accompagna ogni volta sempre la stessa sensazione:
“C’è sempre qualcuno intorno a noi che non riesce a toccarci ma ci prova di continuo”.
Forse è solo un pensiero di passaggio per la testa, un pensiero ospite, forse non proviene nemmeno dal di dentro, forse viene da distante, forse viene … dall’altra parte.
Sarà che da quando ho qualcuno sull’altra sponda ho iniziato a costruire ponti.
Sarà che chi ha qualcuno su questa sponda invia progetti sempre più ambiziosi.
Gli angeli a volte hanno corpo umano, non li distingui. Scopri che sono loro solo quando se ne vanno via, lasciano un regalo, ma pure una mancanza.
Quando perdi una persona che ami, non ti resta altro da fare che vivere anche per lei, e così intensamente come mai avevi pensato si potesse fare.