“Dai Mamma, dammi le mani e al tre ci alziamo. Uno, due, eee tre!”
Io e la mamma quando andiamo al bagno facciamo il trenino. È un trenino speciale. Io sono davanti, in mezzo c’è la bombola dell’ossigeno, e lei aggrappata dietro.
Il mesotelioma la insegue, corre così veloce e tenace da toglierle il fiato. È già alla quarta fermata. I controllori hanno detto che non si può fermare. Ma non mi arrendo, devo rallentare la sua corsa. Voglio continuare a viaggiare con lei. Devo farla ridere, devo far respirare la sua anima. Perché la sua anima è la mia.
La mamma è preoccupata, ha lo sguardo in giù per la stanchezza e i dolori, e io provo a farla sorridere sbucando da sotto il suo viso: “MA! Facciamo il trenino?”. Lei, anche se a fatica, mi sorride sempre, e quando lo fa il mio cuore torna a sperare.
Sono sorrisi diversi, stanchi, non più come quelli di una volta, come quando ci sorridevamo dal balcone, da dietro la finestra, o seduti fianco a fianco in macchina, ma sono sempre sorrisi tra una madre e un figlio che si amano.
La mamma è in bagno, io l’aspetto fuori e guardo dal finestrino il mondo, che ignaro di quello che accade qui, continua ad andare avanti impassibile e spietato.
Vorrei piangere, gridare, ma poi mi faccio forza e penso che di là c’è qualcuno che ha bisogno ancora del mio sorriso.
Mi chiama. Entro, lei mi cerca con occhi neri e spaventati. L’aiuto a rivestirsi e mi dice: “Andiamo".
“Il treno per la camera della Mamma è in partenza dal binario uno! Ciuff! Ciuff!”
Con la spinta di un sorriso ripartiamo.
Tutto intorno è lontano, la casa non la riconosciamo neanche più, ma questa malattia ci ha uniti di nuovo, e ogni singolo passo a fianco a lei, è come percorrere un binario magico formato da tanti piccoli tasti di pianoforte che sembrano intonare il nostro amore.
Sono istanti senza tempo. Io le tengo la mano, la guardo continuamente, lei mi sorride, non ha più paura, i suoi occhi si sono riaccesi e hanno ripreso a brillare. Sento di amarla tantissimo e anche lei da come mi stringe la mano, lo sta facendo. Ora abbiamo capito che il senso della vita è l'amore e il vero amore è presenza.
Siamo arrivati, è stato un viaggio romantico. Ora la rimetto a letto.
“Non avere paura di niente Mamma, ci sono qua io. Buona notte.”
Tutte le sere aspetto che si addormenti, quando dorme ritorna la mia mamma di un tempo, quella che avevo da piccolo e che non era malata.
Sono felice. Anche oggi l'ho salvata.