È molto difficile descrivere le emozioni che ti attraversano quando vedi soffrire tua moglie, la donna che ami, la donna che ha condiviso il percorso più importante e creativo della mia vita. Già dall’inizio giovanissimi abbiamo sfidato tutte le regole convenzionali, nonostante provenissimo da mondi completamente diversi, avevamo individuato e condiviso subito le regole fondamentali per un lungo e importante progetto di vita, eravamo consapevoli che c'era una forza divina che ci legava, un disegno voluto dal cielo e a noi non restava altro che viverlo fino in fondo. Il lavoro di insegnante di religione lo svolgeva come una missione: diventare un riferimento per tutti coloro che vedevano in lei una luce di speranza, di ottimismo quindi di fede. Sì perché nella sua vita, sia la ricerca spirituale che la preghiera non li ha mai abbandonati nemmeno nei momenti più bui e dolorosi della sua lunga e devastante malattia, anzi proprio in quei momenti ha toccato le punte più alte del suo percorso spirituale. La lunga malattia, un capitolo molto difficile da gestire per tutti, sia per chi la vive sulla propria pelle che per chi sta accanto, penso sia il dolore più forte che possa capitare ad una coppia che si ama; quando tutte le energie, le speranze, le preghiere volte affinché avvenga un miglioramento vengono disattese e quando tutto questo si protrae per anni e bisogna ogni volta ritrovare la forza di rialzarsi e continuare a vivere, proprio mentre si attraversa il dolore più buio, ho capito che lei riusciva a rafforzare l'immensità della sua FEDE fino ad essere serena e felice di offrire tutto il proprio dolore(come un martire) a servizio di qualcosa/qualcuno, del mondo. Ho capito che anche nelle peggiori condizioni della malattia si può trovare almeno un lato positivo, basta cercarlo. Questa è stata la sua ultima lezione ed io la considero un "seme prezioso" che coltivo ogni giorno perché sono certo che persone come lei rimangono impresse nella mente di chi l'ha conosciuta e generano speranza.