Era una fredda mattina di Febbraio, con un cielo sereno ed un timido sole che faceva capolino fra la folla in quella piazza dove la statua di Francesco Baracca svetta imponente.
In tasca il mio cellulare stranamente non suonava da un po', cosi decido di estrarlo per vedere sul display se tutto fosse a posto; noto una chiamata persa, sullo schermo campeggia “DANI”, il telefonino era in modalità silenzioso, in un attimo decido che l’avrei chiamata dopo.
Raggiungo in pochi minuti la destinazione, oltrepasso l’enorme portone di legno spalancato, metto un piede sul primo scalino e sento il telefono vibrare, con una mano lo afferro e noto un messaggio da parte di DANI “Ho la Leucemia”; rimango un attimo senza fiato poi mi giro, torno sui miei passi e telefono a mia moglie per chiedere chiarimenti.
Mi precipito al parcheggio, salgo sulla mia auto e in tutta fretta mi dirigo verso l’ambulatorio.
Arrivato, entro e trovo mia moglie disperata in lacrime, il medico mi dice “Sua moglie ha la Leucocitosi del mielo, non morirà per questo ma dovrà seguire delle cure, non sarà una passeggiata ma ce la farà” poi telefona al centro Romagnolo per la cura dei Tumori e ci fissa un appuntamento.
Così dopo disperazione e incredulità inizia il nostro percorso, inizia una vita nuova per noi
Il primo periodo è quello più difficile, bisogna trovare un nuovo equilibrio, bisogna capire che non c’è un capro espiatorio, non c’è un colpevole e per quanto la si cerchi disperatamente non si riesce a trovare nemmeno la causa.
All’improvviso tutto cambia, gli equilibri trovati in 15 anni di matrimonio si frantumano e con pazienza e dedizione si inizia a costruirne uno nuovo.
Le difficoltà sono molteplici.
Ho la sensazione, e a volte è quasi una certezza, di non fare abbastanza, di non aiutarla in maniera adeguata.
L’accompagno a tutti gli accertamenti, la incoraggio, cerco di infonderle ottimismo e coraggio.
Poi qualche cosa cambia, forse prendiamo coscienza, metabolizziamo la malattia, ci convinciamo che farà parte della nostra vita per sempre ma prima di lei ci siamo Noi:
Prima di tutto c’è un Amore grande che ci tiene uniti contro cui la malattia non può nulla, di tanto in tanto tenta di ostacolarlo ma non ci riesce.
La malattia è sempre lì, sotto controllo, oramai è diventata una compagna di viaggio una “cosa” a cui ci siamo abituati, per la quale non bisogna vergognarsi.